Caro Amico ti scrivo

Franco davvero non è facile, perchè scrivendo la faccenda prende una definizione concreta, e lo sai anche tu che cosa vuol dire ‘da questa parte’ del mondo. Sei volato via esattamente da 15 giorni, il 4 marzo, e sembra ancora tutto così irreale, anche se ci sto facendo pace. E sembra anche tutto superfluo ora, ma non lo è, e so che lo sai anche tu.

Innanzi a tutto voglio ringraziarti di essere stato così importante nella mia esistenza, più di trent’anni di amicizia, e lo sapevamo anche quando non ci siamo né visti né sentiti per alcuni anni per impegni e ritmi diversi. L’Amore incondizionato è senza condizioni e senza regole, non cambia se non ci si frequenta ma si evolve alla sua propria insindacabile andatura, i miei rapporti migliori sono così. C’eri, c’ero, prima e sopra di tutto e tutti, sapevamo che sarebbe bastato uno squillo.

Sei stato per me un compagno di avventure e di complicità, di risate irrefrenabili, di buoni cibi e buoni vini, di vacanze, di buoni pensieri, di idee folli, di fiducia, di affetto, di fantasia, di immaginazioni e di chiacchierate importanti, senza confini e senza bigottismi.

Il tuo ‘Hallo!’ solare quando iniziavamo le nostre telefonate fiume, i tuoi progetti, il tuo entusiasmo, le tue certezze, la tua fiducia in te stesso sempre e comunque, e la tua forza, sempre e comunque, fino all’ultimo respiro.

Voglio ringraziarti per la tua solarità, per le tue risate contagiose, per il nostro senso dell’umorismo così allineato, per trovare sempre una soluzione originale ed efficace nei tanti alti e bassi della tua vita. Voglio ringraziarti per la verità e la spontaneità con cui hai sempre vissuto, senza compromessi, con nessuno, di nessun tipo. Con te era sempre chiarezza, gioia, festa, etica, allegria e possibilità.

 

 

Pur essendo già da ragazzo un nome nella tua professione di batterista, in un’epoca di ribelli cambiamenti, con la tua passione hai portato grandi innovazioni di stile e hai potuto godere di grande stima da parte di fans e di colleghi, sempre sapendo mantenere la leggerezza dell’autoironia, della semplicità, del non prenderti troppo sul serio, nel tuo individualismo indipendente, autosufficiente ed eticamente corretto. Tipico della tua essenza il non sentirti né divo, anche quando avresti potuto, né dipendente dall’approvazione altrui o dai riflettori come accade spesso a chi vive pensandosi – o vuole essere – un personaggio pubblico, ma hai applicato sempre la delicata attenzione del muoverti nella genuinità, nella coerenza, nel rispetto e nella sensibilità, con te e con gli altri.

Certo avevi anche le tue sfuriate se qualcosa non ti quadrava dritto ma duravano qualche nano secondo e poi guardavi tutto attraverso la lente dello sdrammatizzo e del ridicolo e finiva sempre tutto, anche le cose più serie, in quelle fragorose risate che ci facevano quasi ogni volta lacrimare.

Ma come tutti anche tu hai avuto diverse situazioni che ti hanno dato profondamente fastidio se non decisamente deluso. Una di queste, e lo scrivo chiaramente come tu avresti voluto, è quella di non essere stato riconosciuto ufficialmente come il batterista che ha suonato nel disco Anima Latina di Lucio Battisti, e invece del tuo nome, chissà come e chissà perché, su quel disco è stato scritto quello di un altro musicista, Gianni Dall’Aglio, che di quei brani ne aveva registrati solo due.

 

 

Roba vecchia, si parla del 1974, ma che ti ha sempre dato fastidio allo stomaco ogni volta che ti tornava in mente. Hai aspettato anni a parlarne pubblicamente, accettando un’intervista, quando già ti stavi curando da parecchi mesi, solo per chiarire questa cosa e riportare una sorta di giustizia alla tua professionalità e alla tua esigenza di correttezza.

Certo potrebbe sembrare non più giusto e fuori tempo, Battisti è mancato da oltre 15 anni e ora starete chiarendo direttamente tutta la questione. Ma tu eri, sei, il mio miglior amico ed è il minimo che io possa fare per te da questa parte del velo, perchè sento il tuo stesso fastidio, ora più che mai, ogni volta che penso quanto questa cosa, in un angolo di te, ti avesse rammaricato. Ho deciso di portare la tua voce ad un livello ascoltabile da chi cerchi o cercherà in internet notizie su questa storia, sulla segreta diatriba di quale batterista abbia registrato nove degli undici pezzi con Lucio Battisti nell’album Anima Latina.

Sappi sempre che ti amo non solo perché hai saputo rinascere milioni di volte a nuove vite, non solo perché come con te non ho mai riso con nessuno, non solo perché potevamo parlare di tutto per ore indagando le più sorprendenti argomentazioni senza annoiarci mai. Ora il perché lo leggi nei miei pensieri, e so che adesso puoi farlo davvero con facilità e immediatezza in un infinito e finalmente rigenerato benessere.

la tua donna per amico

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