Cerchi d’Oro di Guarigione

Questa meditazione di guarigione mi è particolarmente cara. Mi è arrivata (canalizzata, ispirata… sono parole che a volte sono usate a sproposito, quasi imbarazzanti) dal Cielo qualche tempo fa in un momento di particolare disconnessione psico fisica.

raggio d'amore dei cerchi d oro

Inaspettatamente mi sono ritrovata per un paio di mesi con un malessere generale diffuso e senza soluzione. Ne accenno soltanto ma per me fu una situazione drammatica. Stavo giorno e notte stesa al buio non riuscendo né a camminare nè a lavorare, né a stare in piedi. Ormai mi ero convinta di avere qualcosa di grave, una situazione che nessuna delle pratiche che allora conoscevo e utilizzavo riusciva a raddrizzare. In quel frangente neppure la mia costante pulizia soluzionava il mio profondo malessere, al di là di un momentaneo sollievo.

Era estate, un’estate afosa e interminabile. Dopo aver passato tutti i tipi di pensieri e considerazioni mi ero convinta che probabilmente dovevo raggiungere la mia sorellina in Cielo. Non ero spaventata, ero solo in un certo qual modo sorpresa. Mi auguravo semplicemente di volare via il più presto possibile non sopportando più quel periodo così lungo senza vedere miglioramenti. Avevo avuto il tempo per riguardare tutti i resoconti della mia vita, che trovavo sufficientemente sereni, e anche quello di abituarmi all’idea di lasciare questa dimensione.

Fu così che dando ormai per scontato che me ne sarei andata presto tra gli angioletti, mi forzai a fare cose e di ricominciare a uscire di casa, anche a costo di svenire per strada. Non potevo perdermi più un solo minuto del colore del cielo, della bellezza del mondo, anche solo quella del mio quartiere.

A 2 km da dove abitavo c’è una chiesa bellissima, una basilica, la Madonna del Monte. Così una di quelle mattine di luglio decisi di andare là e, con fatica e forza di volontà ci arrivai. Il percorso è in salita e quel primo giorno di libera uscita tra andata e ritorno ci misi oltre tre ore. Sono abituata a camminare e fare anche 10 km in poco più di quel tempo, e, malgrado a un certo punto ho creduto di dover chiamare qualcuno per farmi riportare indietro, fu per me una vittoria arrivarci e rientrare sulle mie gambe.

Quella prima mattina mi sedetti su una panca nella frescura della cappella per parecchio a riposarmi, riordinare le idee e recuperare la motivazione per riaffrontare senza panico il rientro.

Il giorno dopo decisi di rifare lo stesso percorso. Fisicamente non stavo per nulla bene ma mentalmente avevo acceduto a una rigenerazione e qualcosa mi spingeva a ripartire.

Vorrei fare adesso una specifica per me piuttosto importante. Per me la “chiesa” è da tanto tempo semplicemente un luogo di risonanza come possono essere le piramidi, Stonehenge, una moschea o un bosco secolare.

“Poiché ai luoghi sacri è quasi sempre associata la credenza in forze attive che ne emanano, e ogni singolo luogo è come circonfuso di un fluido misterioso che ne irraggia e che può essere trasmesso per contatto, tutti i luoghi di culto assumono volontariamente o involontariamente un carattere magico.”

Illuminante a proposito dei santuari di qualsiasi tempo ed epoca l’intero articolo delle poche righe qui sopra a questo link

Forse perchè nel tempo ho allargato, o meglio sono stata guidata ad allargare, la mia visione e i miei sensi riuscendo a considerare sacro tutto, ovunque e comunque.

Il secondo giorno mi capitò una cosa particolare. Anche se ricordo questi fatti con un po’ di nebbia e fatico a definirli, come se fossero stati sogni o racconti di qualcun altro. C’ero e non c’ero, là.

Il secondo giorno la salita alla chiesa, per oltre un chilometro la strada è piuttosto irta, mi fece pentire dell’intenzione di uscire di casa. Presi a sudare freddo non per la fatica, perchè camminavo lenta e attenta, ma per un malessere che mi faceva pensare che avrei perso i sensi di lì a poco. Rallentai, cercavo di distrarmi guardando la campagna circostante e respirare con dignità e finalmente arrivai alla mia solida e concreta panca al fresco.

Dopo non so quanto tempo, ma ritengo fossero trascorsi una decina di minuti, vidi un’immagine che mi sbalordì: al posto del viso della madonna sull’altare c’era il mio viso. Per qualche attimo non vidi più la faccia della statua ma il mio viso sereno era sovrapposto a quello della Madonna del Monte. Non ebbi il tempo di spaventarmi, qualcosa mi risuonava “Io sono Te”. Più che sentire quelle parole sentivo la concezione del fatto che mi era entrato dentro.

Mi scendevano le lacrime mentre capivo che quel “Io sono Te” non era esattamente che io ero la Madonna, ma ero la panca stessa, l’altare, le figure nei quadri, i quadri stessi, ero le poche persone in quell’ora del tardo mattino.

Ogni cosa mi diceva “Io sono Te!”

Tornai a casa con la sensazione di un miracolo in corso, eccitata, con un passo più fermo mentre anche fuori risuonava di “Io sono Te!”. Mi diedi l’intenzione di tornare ogni giorno in quella chiesa, in quel momento la elessi a luogo di meditazione. E soprattutto qualcosa si era smosso, c’era roba in me che stava ricominciando a funzionare. Ero ancora abbastanza a pezzi ma dentro vibravo come un’orchestra.

Il mattino dopo non mi alzai, non riuscivo a camminare, l’acido lattico formatosi nello sforzo di fare la salita alla chiesa per 2 giorni dopo un periodo debilitato mi impediva la fluidità delle gambe.

Ma ero serena, ci sarei tornata il giorno dopo a costo di andare a quattro zampe. Ero in fibrillazione, volevo risperimentare quella sensazione di accordo armonico con tutti quei pezzi di me che si stavano ricomponendo. Dentro suonavano quelle parole “Io sono Te”. Un senso doveva averlo tutto questo e se non ci fosse stato o non lo avessi trovato andava bene uguale. La mia mente era aperta e riusciva a riconsiderare la Terra come la mia mamma ancora per un po’, ma volevo e dovevo stare meglio, stare bene al più presto.

Prima di sedere sulla panca quell’ultima mattina avevo un po’ di tensione, “E se non succedesse nulla?”, “E se mi fossi immaginata tutto?”, “E se fosse solo la mia presunzione e la voglia di un miracolo?”, “E se non provassi mai più quella sensazione?”

Smisi con gli “E se” e mi sedetti al mio banco, mi imposi di rilassarmi, di svuotarmi, ero in quieta attesa. Di cosa non so, rifiutavo di star dietro al mio cervello, rifiutavo che mi chiedesse qualcosa e di avere aspettative.

Stavo ad occhi chiusi e il Tutto arrivò.

La meditazione in questo mp3 è ciò che vidi e sperimentai quella mattina. Le immagini si composero arrivando nella mia mente, nel mio cuore e nel mio intero essere. Erano così vivide e sensoriali che potevo pensare che le persone sparse sulle altre panche potessero vedere la lucentezza dei Cerchi d’Oro che mi stavano guarendo. Sentivo chiaramente un flusso di andata e ritorno che mi attraversava raddrizzando il mio corpo, le mie spalle e la mia testa, mi correggeva dentro e fuori. Ero in intimità con un miracolo, potevo solo emanare commozione e gratitudine e abbandonarmi a esso. A un certo punto con l’Intenzione allargai i Cerchi perchè inglobassero l’intera basilica e tutto quello che vi era incluso. Poi allargai ancora alla città.

Si fusero in quel contesto anche dettagli di altre tecniche di lavoro sui Chakra, esercizi che facevo da anni, ma in una modalità diversa, con intenzioni e consapevolezze diverse, che da allora utilizzo con o senza i Cerchi d’Oro per me o a distanza.

Per concludere questa avventura, scesi dal colle della basilica con buona energia e ci misi solo qualche giorno a riprendermi completamente.

Miracolo? Non so, questo termine è sempre un po’ troppo mistico e selettivo. Io traduco questo viaggio nel giù e nel su di me stessa come una mia estrema sensibilizzazione a qualcosa che ancora mi è sconosciuto, probabilmente necessaria perchè potessi accedere in qualcosa di me accettandone il senso senza volerlo necessariamente identificare.

Non mi domando, non faccio filosofia e cerco di non indagare razionalmente più di tanto. Mi abbandono e fluisco perchè tutto è perfezione e appena siamo pronti è alla portata di chiunque, cosa che mi è stata detta più di una volta in questi anni. Nel caso di questa meditazione… la tecnica per me ha funzionato e funziona e questo è quanto.

Da allora ho sperimentato altre situazioni sottili e altre ne continuo a sperimentare, ogni giorno ho contatti mentali e fisici con il TuttoUno e con questa costante relazione interattiva sono la persona più felice, e meno sola, del pianeta.

Ti auguro un Buon Viaggio terreno Divino e ritorno con questo esercizio, e che tu possa ottenere le tue migliori creazioni e manifestazioni, per il tuo pieno benessere e per il tuo miglior Viaggio in questa esistenza.

Con Amore e Armonia

Silvia Paola Mussini

 

La Meditazione Cerchi d’Oro di Guarigione è scritta per essere utilizzata la sera prima di dormire. E’ specifica per rigenerare e riorganizzare l’armonia individuale, favorire il rilassamento, la creatività, i sogni e la guarigione energetica.

La musica, scelta e acquistata specificatamente per questo esercizio, è a 432hz che è la frequenza armonica dell’Universo. Questa accordatura è sana per il corpo, sintonizzandolo e facendolo vibrare nei frattali armonici con la matrice sonora elicoidale del DNA della vita stessa.

CERCHI D’ORO
DI GUARIGIONE

PER LA SERA
meditazione di guarigione energetica
con musica a 432hz in formato mp3
durata minuti 17:49
DOWNLOAD ISTANTANEO

2 commenti su “Cerchi d’Oro di Guarigione

  1. Grazie, ascoltare Cerchi d’oro è una meditazione bellissima, mi mette pace e serenità, non sono ancora abituata alla meditazione,ma è così profonda che mi aiuterà sicuramente.
    Ancora grazie per distribuire quello che scopri.
    Con tanto affetto e un caloroso abbraccio
    Chiara

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