Morrnah Simeona e Lady of Freedom in azione per la Libertà

 

In quell’infinito che comprende Terra e Cielo, c’è una storia poco nota (in Italia è sconosciuta proprio, almeno nei dettagli) che riguarda Morrnah Simeona e il suo essere da sempre un ponte tra un’epoca e un’altra, tra una situazione e un’altra, tra le vette dello spirito e la concretezza della materia (che per sua natura è anche burocratica, sociale, amministrativa, collettiva e politica) e non solo il suo aver portato a tutti noi una fattibilità moderna dell’Ho’oponopono delle origini, ma anche del suo essersi ancor prima presa cura delle esigenze di una statua… e lo ha fatto come sua primaria missione di vita.

 

 

Ovvero… di aver voluto obbedire alla richiesta di “Lady of Freedom”, la statua forse più importante e famosa ma anche in un certo senso la meno visibile degli Stati Uniti. Una statua che vive tutt’ora al Campidoglio in Washington, il monumento più importante dell’intera Storia Americana.

Erano gli anni ’60 e Morrnah Simeona si trovava appunto a Washington e stava prendendo un po’ di fresco sull’erba del prato davanti al Campidoglio (United States Capitol). Nelle interviste degli anni a seguire dichiarò di essersi sentita chiamare e di aver conversato con quella statua che è posta proprio sulla cima della cupola del Campidoglio.

Questo edificio che richiama l’arte neoclassica italiana ed europea è la sede ufficiale (amministrativa, politica e militare) dei due rami del Congresso degli Stati Uniti d’America. L’ala nord è occupata dal senato, l’ala sud dai rappresentanti della camera. E la cupola è sormontata appunto da una statua della Libertà in bronzo alta circa sei metri, che pesa 6800 chili ed è posta ad un’altezza di 88 metri dal suolo.

La scultura fu eseguita nel 1854 dallo scultore statunitense Thomas Crowford, al quale fu commissionata una statua che fosse l’emblema della libertà, ed egli eseguì il modello in gesso nel suo atelier che si trovava a Roma.
Crowford però morì nel 1857, prima ancora che il gesso avesse potuto lasciare il suo studio.

 

Lady of Freedom in un restauro del 1913

 

Il modello fu diviso in vari pezzi e dall’Italia fu spedito via nave negli Stati Uniti. La spedizione fu densa di inconvenienti in quanto la nave da trasporto – salpata da Livorno e diretta a New York – rischiò due volte il naufragio e dopo aver ricevuto delle riparazioni a Gibilterra alla fine depositò il suo carico alle Bermuda, dove un’altra nave dovette recarsi per concludere il trasporto.

Finalmente nel 1859, dopo quasi un anno di peripezie, i vari pezzi del calco in gesso furono assemblati a Washington, e all’inizio del 1860 la fonderia che sorgeva nei dintorni della capitale statunitense, riuscì a fondere i sei pezzi principali della statua.

I lavori di rifinitura si fermarono nel 1861 a causa dell’inizio della Guerra Civile, ma alla fine dell’anno seguente la statua fu finalmente messa in mostra sul prato di fronte al Campidoglio.

Originariamente il nome formale imposto alla statua fu “La Libertà trionfante in guerra e in pace”.

La Libertà è allegoricamente rappresentata da una donna che impugna nella destra una spada nel fodero e stringe nella sinistra una corona di alloro simbolo di vittoria, sostenendo al contempo uno scudo a stelle e strisce, simbolo degli Stati Uniti.

 

 

La donna indossa un elmo adorno di stelle con grandi piume e una testa d’aquila sulla sommità. Una fibbia con incise le lettere U.S. chiude le sue vesti che hanno frange e fregi etnici per ricordare i nativi americani. La Libertà è in piedi su una sfera di ghisa sulla quale si legge il motto nazionale: E pluribus unum (Da molti uno solo).

Con una connessione che può collegare solo due piani compatibili la statua, con grande sorpresa di Morrnah, le chiese se sapeva chi lei fosse. “Sei forse Pocahontas”? rispose la sciamana credendo che la donna raffigurata fosse un riferimento ai primi nativi americani. “No, io sono la Signora della Libertà e da oggi il tuo lavoro sarà quello di liberarmi”.

 

 

Morrnah seppe da “Lady of Freedom” che voleva essere conosciuta come la “Madonna della Libertà”. Le comunicò che Lei era la Coscienza (ovvero l’Unihipili) della nazione e Morrnah la riconobbe con entusiasmo come l’incarnazione divina della libertà, ma non solo per la terra che oggi è chiamata Stati Uniti d’America, ma anche per tutto il Cosmo e tutta la creazione.

Morrnah fu molto toccata da questa esperienza vissuta quando aveva circa 50 anni, e decise di dedicare la sua intera vita a seguire per riportare la Statua e la sua promessa di libertà nella consapevolezza pubblica e spirituale, e altrettanto in quella sociale e politica, le vie concrete nelle quali doveva muoversi per far sì che tutto questo avvenisse.

E quindi oltre a insegnare il Self I-Dentity attraverso il processo Ho’oponopono uno dei tanti progetti della “Fondazione di I – la libertà del cosmo”, è stata quella di favorire la “libertà del progetto cosmico”, il cui obiettivo centrale fu quello di trovare i fondi per restaurare il calco originale e “rimpatriare la Signora della Libertà e consentirle di portare la pace e la libertà al Cosmo”.

Morrnah Nalamaku Simeona ha iniziato a diffondere il suo Ho’oponopono moderno nel 1976 (quando aveva 63 anni) e nel 1982 organizzò il primo simposio mondiale dell’Identità dell’uomo.

Un giornalista dell’epoca scrisse: “C’era qualcosa di molto calmante e rilassante nella presenza di Morrnah Simeona e nella sua voce, emanava un senso di serenità mentre spiegava alle persone come alleviare lo stress e raggiungere la pace della mente”.

L’11 aprile 1989 Ramsay Taum (anch’egli allievo di Morrnah come il dottor Hew Len) parlò per la prima volta come amministratore del progetto “Libertà del Cosmo” al “Comitato del Senato delle Hawaii per le Arti Culturali e la Conservazione Storica”, e lo fece successivamente alla “Commissione per le Relazioni Inter-governative e gli Affari Internazionali”, dando il via ai primi comitati del primo legislatore statale a tenere audizioni pubbliche sulla Madonna della Libertà.

Sempre Ramsay Taum ha dato testimonianza a sostegno di una risoluzione intitolata “Riconoscere la Statua della Libertà come simbolo della pace e della libertà mondiali”.
Dichiarò all’epoca: “Sicuramente non c’è un momento più appropriato per i popoli delle Hawaii e per la nazione per rimpatriare la “libertà” riconoscendola come simbolo di pace e di libertà per l’America e il mondo.”

Sempre in quell’anno Morrnah presentò testimonianza al Comitato della Casa delle Hawaii, affermando: “Quello che la Signora della Libertà rappresenta oggi è la dentatura e il ritmo di questi Stati Uniti. Poiché ognuno di noi scopre individualmente la propria e unica dentizione, arriveremo a capire ciò che le Hawaii anticamente e da sempre sanno: che la vita esiste in tutte le forme di creazione, animate e inanimate. La ricerca di “libertà interiore” si applica a tutto e a tutti ovunque, agli esseri umani, ai minerali, alla terra, alle piante, agli animali, all’acqua, ai paesi – a tutti. Così è anche per la Signora della Libertà”.

“Perché esiste tutto ciò?” continuava Morrnah “per rappresentare la Libertà per gli Stati Uniti d’America e per il Cosmo; non solo per l’umanità ma per tutta la creazione”.

Sempre nel 1989 insieme al senatore Daniel Kahikina Akaka, anch’egli hawaiiano, Morrnah fece in modo che tramite le donazioni di The Foundation of ‘I’, Inc. Freedom of the Cosmos (società fondata dalla stessa Simeona negli anni ’70), il modello originale della statua in gesso potesse essere finalmente tolto dal deposito dove era imballato da 25 anni per ripristinarlo in un luogo dove potesse essere risonante, visibile e condiviso pubblicamente.

Dopo il restauro, nel 1993 un anno dopo la morte di Morrnah, la statua fu installata al posto d’onore nel Capitol Visitor Center, al piano terra del Campidoglio. Il senatore Daniel Kahikina Akaka affermò allora che sarebbe stato a ricordo perenne della grande missione di pace di Morrnah Simeona, che oggettivamente fu a tutto raggio: spirituale, di guarigione, sociale e anche politica.

 

 

E’ storia nota che Morrnah abbia ricevuto la sua saggezza direttamente dal divino nel suo Ho’oponopono dell’Identità del Sé che, come sappiamo noi praticanti, è un processo di purificazione e di liberazione nel quale l’uomo partecipa in diretta connessione con il Divino. In questo processo l’uomo trova la sua parte di Dio, il suo Io Superiore.

 

 

Ho’oponopono dell’Identità del Sé è un ritorno alle origini, un ritorno a casa, un ritorno al livello Zero.

Perchè cosa mette parecchio le cose al posto giusto, nella pulizia Ho’oponopono, è armonizzare la famiglia dei nostri 3 Sè:

Aumakua (il padre, la mente superconscia), Uhane (la madre, la mente conscia) con un’attenzione particolare a Unihipili (il figlio, la mente subconscia), mentre è necessario che ricordiamo sempre che i 3 Sè esistono e VIVONO in ogni molecola esistente.

Non dimentichiamo neppure che Morrnah Simeona ha tenuto conferenze e insegnato in molti stati del Nord America e in Europa e in diversi in altri continenti. Negli incontri con lei sono stati coinvolti un numero enorme di persone. Durante la sua visita in Cina il numero dei partecipanti ai suoi seminari si dice che avesse superato i 15.000.

Ho’oponopono dell’Identità del Sé ha dimostrato di essere uno strumento con effetti così profondi e così efficaci che istituzioni accademiche, istituzioni sanitarie, organizzazioni sociali e organizzazioni internazionali si sono ampiamente interessate ad esso. Addirittura l’ONU, cioè le Nazioni Unite, ha organizzato tre seminari di Morrnah Simeona. Inoltre la Kahuna è stata invitata ai congressi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Negli anni Settanta Morrnah ha creato la già nominata Fondazione “I” per “La libertà del Cosmo, (Foundation “I”, Freedom of the Cosmos), il cui compito era quello di promuovere Ho’oponopono nel mondo intero.

Fu perciò che nel 1980 decise di lasciare le Hawaii e di cominciare a viaggiare per condividere questo dono soprattutto con il mondo occidentale, che riteneva particolarmente bisognoso di questa metodica a causa della diffusa razionalità che aveva preso il posto della visione sciamanica e collaborativa, quelle doti sottili che tutti gli esseri umani possono ricercare e sviluppare dentro e fuori se stessi.

L’essenza della filosofia hawaiana è l’unità e l’armonia con il Tutto, con tutto ciò che esiste, con l’intero cosmo.

Tutte le creature e la materia inanimata traggono origine secondo le loro tradizioni, dall’essenza prima del padre CIELO in comunione con la TERRA madre.
Quindi per gli hawaiiani è chiaro che TUTTO, dal più piccolo sassolino all’Uomo, possiede un’anima, una coscienza e la capacità di comunicare.

L’ultima regina delle Hawaii è stata Liliuokalani poichè nel 1893 la monarchia venne rovesciata dall’invasione militare statunitense. Le isole furono annesse agli Stati Uniti, e non è un caso che adesso (in questo momento storico di trasmutazione) anche le Hawaii stiano attualmente – e da molto tempo – perseguendo la propria libertà e agendo per ripristinare la propria sovranità, proprio come sta accadendo in questo periodo in Italia e in molte altre nazioni non solo all’interno dell’unione europea.

 

 

 

Morrnah Nalamaku Simeona è nata 30 anni dopo l’invasione militare statunitense; quando nacque suo padre era un pescatore e ricordava le Hawaii ancora libere, quando il palazzo apparteneva ancora alla regina, luogo dove la mamma di Morrnah – una delle ultime kahuna laʻau kahea o sacerdote che guarisce con parole – lavorava come dama di compagnia della sovrana.

Dobbiamo convenire che tutte le notizie confermano che Morrnah fu un essere particolare e che all’età di appena tre anni dimostrò di avere un singolare talento per la guarigione, e gli anziani Lapa’au Kahuna la identificarono subito come una di loro, una guaritrice.

Morrnah non aveva bisogno di imparare nulla, aveva già tutte le conoscenze dentro di sè. Sono venute al mondo con lei. Si dice che lei fosse una bambina davvero fuori dal comune.

Oggi circolano leggende su come abbia messo una mano nel fiume e i pesci nuotassero tra le sue mani, o quando era già una donna matura e scoprì di avere tumore maligno. Quello fu il punto di svolta nella sua vita e la messa in azione della missione per la Libertà che doveva compiere sulla terra. Sconfisse il tumore grazie alle sue abilità, alle sue conoscenze e all’applicazione dell’antico processo hawaiano di Ho’oponopono.

All’epoca l’Ho’oponopono ancestrale era un processo che veniva effettuato esclusivamente da un Sacerdote Kahuna. Era una pratica importante nella comunità delle Hawaii. Nessun problema veniva esaminato senza coinvolgere il resto della famiglia e tutti coloro che erano coinvolti dal problema stesso.

Tuttavia Morrnah ricevette la conoscenza di Ho’oponopono direttamente dalla fonte, nessuno le ha insegnato il processo.

Dopo aver sperimentato il potere di Ho’oponopono, ha deciso di adattare la pratica in modo tale che potesse essere padroneggiata e utilizzata individualmente dall’uomo comune.
Molti sacerdoti e praticanti tradizionali di quegli anni la criticarono – e alcuni conservatori tutt’ora la criticano – e cercarono di ostacolarla. Ma lei sapeva che doveva andare oltre, oltre le chiacchiere, oltre le memorie e le consuetudini e collocarsi come una nuova possibilità di guarigione in una relazione di non diependenza, neppure dal Divino, ma di libertà e suprema collaborazione co-creativa con Lui.

Anna Kligert polacca, allieva e collaboratrice di Morrnah (oltre che autrice di alcune di queste informazioni) afferma che la sciamana era estremamente modesta, silenziosa, piena di umiltà e sempre connessa al Divino.

Morrnah era convinta che se lei veniva a conoscenza di qualcosa, lei era in qualche modo co-responsabile di ciò che veniva a sapere.

Nel 1983 in riconoscimento della sua abilità, della sua dedizione, della sua cultura, della sua arte di guarigione e dell’insegnamento del suo Ho’oponopono dell’Identità del Sé, lo Stato delle Hawaii & di Honolulu le conferì il titolo di “Tesoro vivente delle Hawaii”. Non fu questa l’unica meritata lode che ottenne.
Le Nazioni Unite e l’Università di Cambridge pubblicarono la sua biografia sottolineando il suo contributo alla società.

Quando Morrnah nel 1989 è giunta in Polonia tenendo corsi Ho’oponopono a più di 700 persone fu un momento molto importante per quel paese. Dopo aver insegnato Ho’oponopono andò a Jasna Gora con l’intento di purificare e liberare l’immagine di Nostra Signora di Czestochowa e il tesoro del monastero dall’energia di dolore e di disperazione che Morrnah affermava che si fosse accumulata lì in ingenti quantità.

Lei riteneva che quel posto era ed è così importante per la Polonia perchè (come Lady of Freedom lo è per gli Stati Uniti*) Nostra Signora di Czestochowa è l’Unihipili della Polonia, e all’epoca era impregnato di infinite memorie dolorose di eventi traumatici, in quanto per centinaia di anni si era accumulata gran quantità di dolore, di problemi, dei mali e delle tragedie di tutte le persone che si erano recate in quel luogo per chiedere l’intercessione divina.

In questo pellegrinaggio straordinario Morrnah, che era insieme al Dr. Hew Len, è stata accompagnata da una troupe televisiva e la televisione ha trasmesso le loro interviste, dove Morrnah sosteneva che quando la mente subconscia polacca si fosse ripulita del suo più pesante bagaglio, sia la Polonia che l’Europa avrebbero potuto finalmente avviarsi alla conquista della libertà.

In realtà evidentemente Morrnah aveva previsto il crollo del sistema fossilizzato in Europa, tanto che non era lì in un momento “a caso”:
il 14 e 15 ottobre Morrnah ha insegnato Ho’oponopono a Varsavia e poi è andata a Czestochowa, quattro settimane dopo, il 9 novembre 1989 il Muro di Berlino è caduto.

Il suo lavoro era quasi terminato e due anni dopo, l’11 febbraio 1992, Morrnah risiedeva in Germania. Improvvisamente disse che il suo lavoro sulla Terra era compiuto e andò a dormire, concludendo la sua esistenza nel sonno. Come scrive Anna Kligert “Ha lasciato così il mondo con quella stessa umiltà con cui ha attraversato la vita”.

 

 

Quali considerazioni possiamo fare dopo una storia del genere? Che tra l’altro riguarda non solo Morrnah e l’Ho’oponopono ma anche il nostro paese in quanto lo scultore viveva a Roma e la statua partì da Livorno, e non possiamo dimenticare che nella nostra terra il Campidoglio, detto anche Monte Capitolino, è uno dei sette colli su cui venne fondata Roma.

Questa storia che se non conoscessimo Morrnah e tutto quello che ha fatto per l’umanità potremmo interpretarla come il perseguimento di un desiderio dell’ego, invece riguarda lo spirito ma altrettanto la materia (perchè la Via è Interconnessa come ci piace dire) anche tramite la tanto ‘disprezzata’ e ignorata politica (soprattutto da noi spirituali) insieme a tutto il contorno terrestre che obbliga ciascuno ad essere presente integralmente su tutti i piani di esistenza, ed essere svegli e responsabili al 100% di tutto ciò che E’.

Questa storia ci insegna che tutto è vivo, che in TUTTO c’è la vita e che tutti noi abbiamo dei compiti e delle buone creazioni da fare. Ci insegna che il nostro ruolo è PULIRE con presenza e attenzione noi stessi, ovunque siamo insieme a tutto ciò che ci riguarda, perchè NON una briciola del nostro vissuto accade per caso, ma di ogni briciola che ‘capita’ nel nostro vissuto ne siamo completamente responsabili.

Inoltre questa avventura di Terra e di Cielo di Morrnah Simeona ci fa capire se stiamo davvero in presenza, perchè se siamo presenti momento per momento vediamo, percepiamo o sentiamo che c’è sempre una missione per ciascuno di noi e
che tutte le nostre missioni sono collegate in direzione della Luce, quell’energia inconoscibile che ci sprona alla ricerca e alla condivisione del bene anche quando crediamo che le indicazioni per “missioni speciali” vengano date solo ad esseri speciali… quando ce lo domandiamo è perchè a causa di memorie ancora da ripulire sottovalutiamo il nostro potere di connessione autonoma e immediata con la Fonte di ogni Bene.

La possibilità di interagire con le situazioni e con le cose, oltre che con le persone, ci dimostra che in questo tempo di maturità e relativa trasmutazione planetaria, possiamo procedere tramite la pulizia nella via dell’Amore per ripristinare la Coscienza di Unità in ciascuno e in tutte le persone, in tutte le situazioni e in tutte le cose… Ognuno sta percorrendo la propria via come sa e come può, ma è arrivato il momento di non chiudere mai più gli occhi e il compito di ciascuno adesso è quello di imparare ad aprirli collegati alle orecchie, alle braccia e al cuore.

Tutto questo “oltre” impalpabile, questa perenne inter-connessione tra TERRA (noi) e CIELO (l’energia che ci tiene in vita) esiste anche quando ci pare surreale, come nel caso del desiderio di una statua che vuole e deve portare concretamentre la propria missione di Pace.

Adesso in questa nuova era se lo vogliamo siamo tutti in grado di vedere e sentire con chiarezza senza più scuse cosa siano la correttezza e la verità, e proprio per ciò siamo pronti per assistere, ricevere e condividere veri e propri miracoli.

Ma solo se lo desideriamo e se procediamo nella direzione co-creativa dell’esistenza, e quindi se abbiamo a cuore la salute, il benessere e la libertà nostra terra e di tutta l’umanità esistente.

 

*In Italia secondo la Fondazione di Morrnah l’Unihipili (la Coscienza della nazione) è la Madonna del Buon Consiglio che si trova a Genazzano, tra Roma e Frosinone.

Fonte 108grani.com: https://www.108grani.com/lady-of-freedom-e-morrnah-simeona-in-azione-per-la-liberta/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto