Ho’oponopono e l’arte del non preoccuparsi

Con Manuel ci sentiamo spesso, via messaggio o con lunghe telefonate ed è così che abbiamo imparato negli anni a conoscerci e ad avere stima reciproca. La sua profondità e la sua purezza, pur essendo solo poco più che 20enne, possono essere d’ispirazione anche per noi adulti.

Per raccontare una sua recente esperienza particolarmente delicata, e per testimoniare una volta di più la sua fede nella ricerca e nella propria costante pratica di Ho’oponopono, ha voluto scrivere e inviarmi questo articolo che sono lieta di pubblicare.

 

Pensare è veramente un problema!
Dr. Ihaleakala Hel Len

 

 

Questa è una frase che lui spesso ama dire… perchè ritiene l’interferenza dell’ego come uno dei più grandi problemi dell’umanità.
Ma è quello che ci riesce meglio, pensare e preoccuparci, e credere sempre con presunzione di saperla più lunga di Dio.

Non scrivo da molto, ho cancellato il mio blog e ho passato un periodo di grande formazione personale.
Non è stato semplice, nè indolore.

Oggi so il perchè di tutto questo percorso. O meglio credo di iniziare a comprendere il perchè.

Pratico Ho’oponopono dal gennaio del 2011, all’epoca c’era solo Zero Limits sul tema. Molti potranno ricordare come qualche anno fa era meno semplice informarsi sulla tematica.

Nel frattempo tante cose si sono evolute e Ho’oponopono è stato studiato e approfondito… ahimè (e posso dirvelo in quanto ho frequentato il Sith come staff e studente, due volte l’anno scorso, e ripeterò il seminario quest’anno altre due volte se non di più, di cui uno come staff) si è creata molta disinformazione.
Tanto da perdere e far passare in secondo piano, uno dei concetti più grandi di questa pratica: “il fidarsi di Dio.”

Non voglio stare a scrivere tutta la rava e la fava… arrivo al lato pratico. Penso che le derivazioni di pensiero saranno una causa dovute alla lettura di questa esperienza, la mia.

Mi Auguro che la mia amata Madre adottiva Silvia possa ricevere da voi al più presto le più grandi testimonianze di come Ho’oponopono abbinato al grande fidarsi, possa veramente fare i miracoli.

Questa è un esperienza accaduta a me. Questo accade quando ci fidiamo delle indicazioni che la divinità ci porta. Questo accade quando pratichiamo Ho’oponopono per ritornare a Zero, a Dio, o come direbbe Morrnah: “Al ritmo con la Divinità.”

 

 

 

Questa mattina avevo una biopsia, in un punto abbastanza delicato, praticamente a 3 cm dall’ano. Ma lasciate che io faccia un passo indietro. Due anni fa, poco prima di trasferirmi a Roma, fu un momento molto difficile, ero finalmente alle soglie di una relazione la cui chiusura e la parola fine era stata troppo a lungo rimandata.

Mia nonna, una persona per me fondamentale, era morta da qualche giorno, e le mie due migliori amiche mi avevano messo da parte. Ero solo, e in quel preciso istante mi arrivò la proposta di trasferirmi a Roma. Era il mio sogno, ma richiedeva grande coraggio. Un coraggio che pensavo di non avere. Come sempre scrissi a Silvia, che con il suo profondo amore mi incoraggiò a scegliere sempre e comunque la libertà come casa base.

Presi la mia scelta, nel pieno del dolore e giurai a me stesso che avrei ricominciato la mia vita, e non avrei mai più voluto soffrire cosi tanto per un ragazzo. Bene di lì a pochi giorni notai sotto la doccia, una strana sporgenza crescermi vicino l’ano (scusate se sono così esplicito ma non posso fare altrimenti). Pensai fosse un semplice pelo incarnito e lasciai andare… perchè ero troppo preso dal cambiamento che la mia vita stava prendendo. Mi trasferii a Roma, era il 9 settembre del 2013.

Con il tempo sono riuscito a ricreare la mia vita, e di quanto sia stato perfetto questo trasferimento lo racconterò in un altro momento.

Quindi tutto ha preso un’evoluzione, eccetto la mia vita sentimentale… Quel pezzettino di carne continuava a crescere, a tal punto da sentirsi e vedersi chiaramente, tanto da crearmi un serio imbarazzo nei confronti degli uomini, che mi sono reso conto di aver allontanato volontariamente a livello inconscio.

L’ho compreso lavorando con la mia bambina interiore, che era li al buio, dimenticata e ferita. Insieme e lei c’era il mio problema che non avevo il coraggio di affrontare. Per me era un semplice ciccetto di carne, che avrei tenuto lì… sperando che sparisse da solo o di imparare a conviverci prima o poi.

Ma alla fine sono andato a prendere quella bambina, Keola, e piano piano mi sono nuovamente preso cura di lei, e a sua volta lei si è presa cura di me. Pratica dopo pratica, e cura dopo cura, i miei sogni hanno cominciato a realizzarsi.

Un inciso che ritengo importante: molte persone si sono impegnate nel diffamare e sputtanare il Seminario del Sith, senza essersi nemmeno mai avvicinate a tale esperienza, e ci tengo a precisare una cosa: gira voce che il materiale che riceviamo durante il corso sia stato manomesso e modificato. Invece mi dispiace molto smontare questa favoletta perchè sono in possesso del manuale originale che davano Morrnah e Hew Len, ed è identico, persino nelle virgole.

Mentre ahimè il materiale incorretto è quello che viene divulgato in rete da varie persone “AUTODEFINITESI ESPERTI” che non solo mancano di pezzi fondamentali, ma addirittura espongono procedimenti SBAGLIATI E ASSOLUTAMENTE INUTILI, che non solo vanno a creare grandi e ulteriori domande alle persone, ma interferiscono in modo errato nella vita di chi lo riceve. Creando così danni karmici a chi, senza autorizzazione nè formazione, divulga senza consenso materiale protetto, risultato di anni di lavoro. Un po’ come se domani una vostra tecnica, creata affinata e collaudata da voi, venga successivamente divulgata in modo modificato ed errato senza per di più il vostro consenso. E mi prendo il 100% di responsabilità per quello che sto dicendo. Ma va bene così anche di questo forse, se sarò ispirato ne parlerò più in là.

A novembre sono arrivato a Villa Bartolomea per frequentare come studente ripetente il Sith Basic 1 per la seconda volta. E grazie all’Amore con il quale Nello Ceccon ci ha guidato per due giorni io sono ritornato a Roma come una persona nuova, guarito profondamente da un grande problema che era sorto da qualche tempo, poichè in quel periodo ero nel primo stadio dell’anoressia, che al termine di quel fine settimana, a contatto con un uomo che per me è immenso, svanì nel nulla. Come se non fosse mai esistito (questo sarà un altro argomento che mi piacerebbe approfondire).

Tornando all’oggi: piano piano ritrovando me e pulendo costantemente con la mia bambina interiore, la mia vita ha preso una piega diversa, fino ad arrivare a due settimane fa quando mi sveglio da un incubo. Quella notte sogno di venire operato a quella sporgenza di carne che tanto rifiutavo, e strappandomi via la radice mi portano via tutti i miei organi interni.
Al risveglio entro subito in contatto con Keola e chiedo il perchè di quel sogno, e che messaggio c’era dietro quell’apparente ragade che aveva bloccato la mia vita sentimentale.

Facendo un profondo lavoro ricordai quando in Calabria giurai a me stesso di non permettere più a nessuno di avvicinarsi cosi tanto a me, da farmi sentire ferito esattamente come mi sentivo in quel momento della mia vita. E trovai la risposta al perchè a distanza di anni continuavo a sognare il mio ex, tanto frequentemente come se un pezzo di lui fosse ancora con me. In quel preciso istante si accende la lampadina, e dico a me stesso: “Beh Manuel, quale miglior modo potevi trovare per evitare di soffrire, se non creandoti una malattia che potesse tenere i ragazzi lontani da te?”

Decido quindi di prendere in mano la situazione, continuando di sottofondo a pulire, pulire e pulire.

Due giorni dopo metà delle persone che mi chiamano frequentemente per ricevere una lettura angelica o di tarocchi, si mobilitano per informarsi su dove potevo andare per accertare cosa potesse essere.

Io speravo, visto il momento economico un po’ particolare, di riuscire a trovare un modo gratuito o a basso prezzo per visitarmi e operarmi, il che non era semplice, in quanto non avendo ancora la residenza e il medico di base qui dove vivo, mi sarei dovuto inevitabilmente affidare ad una visita privata che ora non potevo permettermi.

Ma ho guardato al cielo e ho detto: “DIO PENSACI TU, IO NON SO NÉ DOVE TROVARE I SOLDI, NÉ DOVE ANDARE, FACCIO LA MIA PARTE, PULISCO E AFFIDO A TE OGNI COSA.”

Mollo la presa e smetto di preoccuparmi. Sarebbe arrivata la soluzione, a patto che smettessi di cercarla.
Cosi nemmeno un’ora dopo, la compagna di mio padre mi mette in contatto con una sua amica, che lavora in un ambulatorio.
Questa sua amica mi mette subito in lista per la visita. Ora voi sapete che i tempi ospedalieri pubblici delle liste non sono dei più brevi, ma io imperterrito ho detto nuovamente: “GRAZIE DIO, GRAZIE PER QUESTA OPPORTUNITA’, NON MI PREOCCUPO DEI TEMPI, DEL COSTO, AFFIDO TUTTO A TE.”

Due giorni dopo vengo chiamato dall’ospedale, per fare la visita questa mattina.
Da notare che oggi avevo anche la visita medica per la palestra, che è stata miracolosamente spostata di sera.

Così, pronto a fare questo controllo, subentra un’altra preoccupazione, come pagherò la visita mattutina e il certificato medico della palestra la sera, senza aver a disposizione immediata lo stipendio?

Ma non ho dato modo all’ego di cominciare a interferire e sono andato giù di pulizia e ho detto nuovamente: “DIO NON SO COME TROVARE I SOLDI, NE’ COME POTERMI PAGARE IL TUTTO, SE QUESTO É IL MEGLIO PER ME, AIUTAMI NEL MODO MIGLIORE, IO NON VOGLIO PREOCCUPARMI, FAI TUTTO TU.”

Avrei potuto chiedere un prestito ad un amica, ma non l’ho fatto.
Avrei potuto chiedere un anticipo sul lavoro (e crearmi un problema dopo) ma non l’ho fatto.

Qualcosa dentro di me mi diceva fidati.
Ed ecco che quel fidati prende il suo senso.
Mi chiamano 3 persone chiedendomi se fossi disponibile per un consulto, ed io ovviamente dico sì.
Faccio questi consulti, ma non vengo pagato subito.

Questa mattina scelgo di andare comunque a fare la visita, pur sapendo di non poter pagare nulla, ma mi fidavo. Continuavo a ripetere grazie ti amo, a ruota.

Arrivato in ospedale mi rendo conto di aver lasciato il portafoglio a casa, ( e dentro avevo qualcosina che poteva servirmi quanto meno per un acconto) ma oramai ero lì.

Mi siedo in attesa di entrare e pulisco tutto…mentre pulivo potevo percepire le energie presenti nella sala d’attesa, che si muovevano e andavano verso la luce, in un certo momento ho proprio sentito qualcosa che diceva: “ahhhhhh la luce”. Ero talmente preso da questa scena quasi scoppiavo in lacrime mentre vengo chiamato per fare la visita. Fortunatamente il mio problema è un piccolo polipetto, (non a caso il polipo vero ha delle ventose con le quali si incolla, esattamente come io che sono rimasto incollato al mio passato per molto tempo) che con una semplice operazione verrà tolto, senza danni nè traumi.

Mi viene detto di pagare il ticket al piano superiore, ma io ribadisco che involontariamente avevo lasciato il portafoglio a casa, il medico mi sorride mi dice di non preoccuparmi, e che avrei potuto saldare il tutto lunedì.
Torno a casa, sperando di aver ricevuto i soldi che mi servivano ma ancora nulla, ed ero pronto a chiamare la palestra e avvisare che non avrei potuto effettuare la visita. Ma qualcosa mi dice di non farlo, di continuare a fidarmi. Mi fido, ribadisco a Dio che non mi preoccupo e che volevo fidarmi.

E pulisco pulisco, pulisco, MA NON PER RICEVERE DEL DENARO, SEMPLICEMENTE PER FLUIRE IN PACE CON L’EVOLUZIONE DELLE COSE INDIPENDENTEMENTE DA QUELLO CHE SAREBBE SUCCESSO.

Un’ora prima della visita, mi accreditano sul conto 85 euro, che sono esattamente quelli che mi servivano per pagare il ticket, pagare il certificato della palestra e arrivare a fine settimana in modo tranquillo e sereno.

Questo è quello che succede quando ci mettiamo a pulire fidandoci.
Io non faccio Ho’oponopono perchè le cose vadano come voglio io. Io non ho aspettative, al contrario io faccio pulizia proprio perchè non sono consapevole di come possono andare le cose, e di cosa Dio abbia in serbo per me.
Io pulisco perchè voglio fare la mia parte e fidarmi. Fidarmi che qualcosa di Divino farà ciò che è più giusto, mettendomi nel posto giusto, se già non lo sono.

Chi lo sa? Chi può sapere perchè?
Solo Dio.

Non siamo mai soli, oggi più che mai lo so.
Provate, fidatevi, rimettete tutto alla luce, e la luce non verrà mai meno.

Nessuna aspettativa, solo la pace.
SOLO PER OGGI, COSI SIA.

Pace dell’Io.
Sempre e per sempre.
“Keola” Manuel Andrea Lucchini

Un piccolo messaggero.

 

 

 

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