Chi vuol esser lieto sia perchè l’Amore è sconfinato

Ieri su un nostro gruppo di Facebook  (bel gruppo affollato di oltre 25.000 iscritti), nel quale si posta e si discute di tutto e di più con interessanti fuori tema (pertanto evviva la libertà finchè è etica e costruttiva) Francesco B. ha pubblicato questa affermazione:

“Vorrei che tutti stampassero in testa queste parole: quando una persona tiene a voi vi cercherà in qualsiasi modo. ..non esisteranno scuse del lavoro, degli impegni e cavolate varie! Quindi smettiamola di essere ipocriti e non assecondiamo chi vuole giustificarsi con scuse che non reggono!”

Le considerazioni sono ancora in atto e attualmente oltre 60 le condivisioni, oltre 350 i mi piace e tantissimi i commenti, ne riporto alcuni per riflettere insieme:

“Poco piu’ di un mese fa mi e’ proprio successo di avere a che fare con una persona che si e’ nascosto dietro la scusa del non tempo… del lavoro… di una crisi personale! e mi fa sempre molto arrabbiare questa balla gigante perchè offende la mia intelligenza e la mia sensibilità!! Ste persone vanno a intermittenza..! Che delusione incontrarle! Credo anche io che bisogna scegliere persone belle … belle dentro che abbiano voglia di donare e donarsi!” Chiara M.

Piera B.: “Hai ragione! Dobbiamo alimentarci di amore e sentimenti puri e sinceri. I falsi affetti ostacolano la nostra crescita “sana” e genuina!!!

Lorena A.: “Eh già…. trovano tempo per tutto e poi ti dicono che non hanno tempo…. mi dispiace ti prego perdonami grazie ti amooo… mi assumo la responsabilità al 100% quello che e in voi e in me….”

Lia M.: “Verissimo ragazzi! È proprio per questo è un bel po’ che sto sola soletta, ma meglio sola che solo per metà accompagnata!!!!”

Teresa G.: “Concordo con te siamo noi per primi che dobbiamo pretendere persone migliori vicino a noi !!!”

Beate Z.: “Anch’io sono d’accordo …. Anche se spesso sento la solitudine che si fa strada. Specialmente durante il fine settimana … Mi dispiace, perdonami …”

Simonetta P.: “Fatto …anche se sono morta dentro un anno fa ho “eliminato” chi aveva un po’ troppe “scuse ” e piano piano guarirò anche se fa tuttora un male cane!”

Lydia J. N.: “È vero semplicemente! Giustificare chi gioca con i nostri sentimenti la vedo come una mancanza di autostima! Però Siamo tutti un po’ egoisti e a volte, inconsapevolmente, giochiamo con i sentimenti degli altri, forse perché dovremmo imparare a stare da soli per comprendere prima di tutto noi stessi…”

Nausikaa K.: “Quanto sono vere queste parole e lo sappiamo tutti !!!! Ma il cuore non va allo stesso passo con cervello gli piacciono i SE i MA, insomma trova sempre una scusa quando non vuole ammettere l’evidente!”

Sandra B.: “Ho capito, a leggere tutti questi commenti mi convinco sempre più che é meglio lasciare nel nascere. ………ognuno di noi si merita il meglio…..questo non é il mio meglio.”

Edy B. S.: “Anche perché io tengo a mente questo :
Tu non sei l’eccezione. Tu sei la regola. E la regola dice che se un uomo non ti chiama, è perché non vuole chiamarti. Se ti tratta come se non gliene fregasse un cazzo, è perché non gliene frega un cazzo.!!!!!! Se ti tradisce….. è perché non gli piaci abbastanza. Non esistono uomini spaventati, confusi, disillusi. Non esistono uomini tragicamente segnati dalle passate esperienze, bisognosi d’aiuto, bisognosi di tempo. Gli uomini si dividono in due categorie soltanto: Quelli che…ti vogliono. E Quelli che non ti vogliono. Tutto il resto è una scusa.
E Tu, Tu di mestiere fai l’avvocato, la commessa, la cameriera, l’insegnante, la casalinga, la commercialista, la modella, la ragioniera, l’attrice, la studentessa. Non la crocerossina. Tieniti lontana dagli uomini sposati. Non lasceranno la moglie per te. Meno che mai lasceranno i figli per te. E non credere alla storia dell’amica della sorella di tua cugina, appena convolata a nozze con quello divorziato. Tu non sei l’eccezione. Tu sei la regola. Al bando quelli che ti costringono ad aspettare ore accanto ad un telefono che non suona. Non hanno perso il tuo numero. Non hanno investito un cane. Non hanno appena scoperto di avere un tumore alla prostata. Probabilmente sono al telefono con un’altra. ……Oppure sono gay. Fanculo quelli che non declinano i verbi al futuro. Non sono analfabeti. Semplicemente non vogliono impegnarsi. Perché non gli piaci abbastanza. Non consumare le tue belle scarpe nuove (e neppure quelle vecchie) per correre dietro un uomo che non ti vuole. Usale, piuttosto, per prenderlo a calci in culo!!”

Sabrina C.: “Edy sei grande hai espresso chiaramente il concetto purtroppo è quello che sta capitando a me dopo mesi di giustificazione ora ho la certezza che di me non gliene frega niente non gliene è mai fregato niente mentre io aspettavo un qualsiasi gesto ma ora basta io voglio di più… grazie ancora.”

Daniela B.: “Complimenti Edy…hai descritto così bene la realtà che molti di noi hanno vissuto in prima persona.
L’importante é aver capito la lezione di vita e metterla in pratica ogni giorno.
Ognuno di noi merita rispetto.”

 

E sempre ieri rientrando in auto con Sandro da una settimana trascorsa in Liguria, ho riascoltato dopo ‘secoli’ l’emozionante “Piccolo uomo” dell’indimenticabilmente malinconica (Ti Amo Mi Dispiace Perdonami Grazie ) Mia Martini.

 

 

E proprio ri ascoltandola mi sono resa conto quanto, eoni fa, mi risuonasse naturale questa lacerante parte di dolore sperimentata visceralmente in più di una relazione, all’interno di quella remota dimensione pressochè inconsapevole, ossia quando ero perennemente in balia delle mie violente emozioni e sensazioni.

Quindi posso immaginare, e lo constato nei miei coaching  ma anche nella media dei rapporti, quanto questo vivere nel dolore sia sempre un ‘naturale’ e largamente utilizzato costume umano. Una modalità di afflizione che ancora risuona in eserciti di persone che si trovano in un amore in bilico, e soprattutto che intendono loro stessi come cuori persi ai margini di un dirupo (mentre all’altro, il soggetto del proprio desiderio, scelgono di dare molta più responsabilità e potere di quello che credono e vogliono avere per sè).

E ieri, con orecchie nuove di qualche decennio, ho capito come ‘non a caso’ il geniale paroliere abbia utilizzato i termini ‘piccolo uomo e piccola donna’, ed è facile ormai comprendere il perchè, o meglio come la mia interpretazione attuale è, e sarebbe adesso completamente diversa.

Certo è che vivere appassionatamente ogni incontro è giusto, soprattutto quando gli ormoni ribollono in una fascia di età durante la quale la Natura ha stabilito che l’ardente passione sia necessaria all’evoluzione della specie. Perchè alla natura, all’istinto, non importa del nostro cuore e dei nostri malesseri emotivi, di quelli dobbiamo averne sempre cura noi, ma solo come farci incontrare e possibilmente proliferare con altri esseri, mettendo in moto il meraviglioso strumento/corpo che nell’umano è collegato a tutti gli altri sensi, talvolta anche alla testa, intesa come consapevolezza.

Ma, strada facendo, abbiamo l’opportunità di imparare anche il ruolo dell’osservatore, di dar vita e autonomia a quella parte di noi che esiste ogni sentimento e ogni sensazione in posizione corretta nell’accogliere e nel donare, domandolo, Amore.

Perchè comunque se ancora vogliamo evolvere, almeno nel pensiero, a ‘destabilizzarci’ ci sono visioni anche differenti, più radicali, ampie e infinite, come quella di Paolo Barnard. Che possono essere discutibili dalla nostra ‘morale’, quella scomoda faccenda acquisita dalle regole sociali (più o meno imposte) che copre la nostra immensa paura d’essere Esseri totali in totale Amore incondizionato:

 

 

 

“Quanti cieli ha un falco libero? Infiniti. Quanti mari ha un delfino libero? Non si contano. Quanti amori può vivere un cuore libero? Tanti.

L’umanità ha messo lacci alle zampe dei falchi, paraocchi neri, e li ha costretti a un solo ripetitivo volo, egoistico, per soddisfare la bramosità predatoria dell’uomo.

L’umanità ha chiuso i delfini in vasche, li ha costretti a ripetitivi balli clowneschi, per soddisfare la meschina emozionalità dell’uomo.

L’umanità ha costretto i cuori a un solo amore secondo la leggenda della fedeltà, per soddisfare la bramosia del possesso dell’uomo.
Tutto questo è mostruoso.

Pensateci. Oggi, e da sempre, la persona che vorrebbe donare il suo cuore d’amore a più di un singolo essere umano; che vorrebbe col suo cuore far sorridere, piangere di gioia, salvare, emozionare, proteggere, baciare, rendere felice più di un singolo essere umano, è chiamata bastarda, bastardo… un traditore, una traditrice… fedifrago, fedifraga… puttana, puttaniere. Il suo crimine è amare più di un cuore. Il suo crimine è saper rendere felici più di una singola persona.

Abbiamo reso l’amare tanto, tanti, un crimine.

No, l’umanità vuole un cuore coi lacci, chiuso in vasca, solo, a tu per tu con un unico altro cuore, sempre e per sempre, e tutti gli altri cuori, tutti gli altri cieli, tutti gli altri mari saranno dietro un muro di piombo, filo spinato, lame mortali, eretti contro le bastarde, i bastardi… i traditori, le traditrici… i fedifraghi, le fedifraghe… le puttane, i puttanieri, che amano tanto e tanti.

Abbiamo reso l’amare tanto e l’amare tanti un crimine, odiato, vilipeso, condannato. E crediamo di saper amare… “Amore mi sei fedele?” “Certo tesoro!”… E invece siete due mostri al di qua di un orrendo muro di piombo. Amare in un’unica direzione non può mai essere un giuramento, solo una scelta, e chi non la condivide non merita la crocifissione al muro di piombo. Mostri.
Al di là di esso sono i cieli, i mari, gli amori. Ma lì non vive quasi nessuno di noi.
Siamo mostri che hanno resto l’amare tanto, tanti, un crimine.”

 

Quindi ognuno di noi ha il non sempre semplice compito, ma anche la piena facoltà di decidere, chi e come essere in ogni momento della propria esistenza, possibilmente in profonda sincerità con se stesso e con tutti gli esseri con i quali si sta relazionando

Per concludere queste considerazioni a tutto raggio, ecco le parole di ‘Ti troverò’ – 1986 – di Andrea Mingardi (Premio Lunezia alla Carriera 2014) perchè a mio parere è la più bella canzone (parole e musica) sul tema, e anche perchè in rete il testo non si trova da nessuna parte.

L’autore canta e racconta il sentimento di un cuore attento alla propria ricerca d’Amore, e lo fa con quelle parole e quel desiderio che il cuore di ognuno di noi ha già autonomamente pensato, maschi o femmine che si sia. Perchè per quanto sembrino principalmente le donne quelle sempre dolorantemente tese verso una storia appagante, Amare è l’anelito di ogni individuo che cammina questo straordinario Viaggio, che alla fine, ma pure all’inizio, è l’unica cosa che conta.

 

Ti troverò – Andrea Mingardi

Ti troverò
dovessi metterci una vita
ormai è quasi una partita
solo tra me e il destino.

E 1000 storie non fanno neanche un vero amore
conosco già questo sapore amaro, tra noi è già finita.

Ci pensi, magari stai dalle mie parti
e io non so come incontrarti
un segno un gesto e ci sarò
per caso al bar ti fermerò.

Ti troverò in fondo non ho rinunciato
e chi si è poi accontentato
ora invidia un Amore.

Restare soli è meglio che buttarsi via
tanto ormai so cosa sia
una barca senza il molo.

Ti cerco
nella ragazza di un amico
in uno sguardo che non dico e non tradirò
imbarazzato sul metrò

Ma, chissà dove sei, e poi se mi vuoi

Dovessi metterci una vita

Ti cerco
nella ragazza di un amico
in uno sguardo che non dico e non tradirò
imbarazzato sul metrò

Ci pensi, magari stai dalle mie parti
e io non so come incontrarti
un segno un gesto e ci sarò
per caso al bar ti fermerò

Dovessi metterci una vita…

 

“Ti troverò” è contenuta anche nel cd “Sogno” (1993) altra perla finalmente premiata qualche giorno fa con il premio Lunezia 2014, con la Menzione Speciale al Valore Musical-Letterario.

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