Se non rido non ti amo (al meglio)

In questo periodo ho avuto modo, attraverso diverse riflessioni e qualche concreto colpo di scena inaspettato, di approfondire una volta di più quello che “per me” significa Amore.

O meglio quali ingredienti fondamentali deve avere una relazione che non finirà mai anche se si rarefacessero le occasioni di incontro e di condivisione.

Per relazione intendo non solo quella di coppia ma anche quelle amicali e collaborative, ma ciò è poi così diverso da un rapporto a due?

A causa appunto di alcune faccende inaspettate ho rifatto per l’ennesima volta un tuffo panoramico nel mio vissuto fino all’adesso ed è emerso forte e chiaro qual’è il tratto di unione con tutte le persone, in questa esistenza o passate nel sottile, che rimangono stabilmente nel mio cuore: il divertimento.

 

 

Parlare di divertimento è un po’ come farlo del “piacere” qualificazioni spesso sottovalutate e sotto stimate, sanno di roba scadente, poco intellettuale e dubbiamente etica. Chi si diverte è leggero e in diversi contesti anche questa lievezza è guardata con sospetto quasi fosse un sinonimo di vacuità. E anche questo termine porta ancora ulteriore ambiguità… cerchiamo il vuoto ma ci riempiamo senza sosta di tutto e di più, di impegni, di informazioni, di cibo, di pensieri e quando siamo un po’ più evoluti di tecniche per… svuotarci.

Abbiamo compreso di dover far di tutto per abitare il qui e ora e contemporaneamente essere così sottili da riuscire a stare a cavallo dei due piani di esistenza e poi ci carichiamo regolarmente sulle spalle pensieri, aspettative, situazioni e persone pesanti (e spesso siamo noi il macigno più indigesto) che ci pare diano un senso alla solenne gravità che in certi contesti sembra debba avere la vita. …o almeno così ci dissero i genitori, gli insegnanti, e gli altri luminari sapienti preposti a stabilire le regole.

E mentre cerchiamo di istruirci per riportarci alla spensieratezza dell’infanzia guardiamo con curiosità mista a fastidio (una specie di non riconosciuta invidia) quegli esseri leggeri che sembra sappiano godersi davvero la vita. Naturalmente mai potremmo sapere fino dove siano così “disimpegnati” come sembrano perchè, ricordiamolo sempre, ognuno vive le sue di complessità da sgrovigliare e c’è chi riesce a farlo sembrando anche in un certo senso superficiale. Ma la nostra mente contorta invece di riconoscere in quegli esseri un sano modello di salute emotiva ci suggerisce il pre giudizio invece di fare altrettanto leggeri.. i fatti nostri.

Le persone che più ho amato e che più amo sono quelle con le quali rido, quelle con cui ogni percorso, discorso o esperienza ha una sdrammatizzazione almeno a triplo senso.

Il rapporto col mio compagno è nato ridendo e così si è sviluppato e si mantiene, è la nostra base e forza. Mia sorella diceva sempre “devo sentirti e vederti più spesso possibile perchè come con te non rido con nessuno!”, con Franco, il mio miglior amico, una relazione 30nnale, ci vediamo poche volte l’anno ma ogni volta prepariamo i fazzoletti perchè ogni discorso affrontato ci fa lacrimare dal ridere tra battute e scientifiche dissacrazioni.

 

 

Guardo con una certa pena, poco e velocemente, l’investimento più sprecato che ho esistito: i momenti del mio passato dove ho galleggiato in bolle di dolore esistenziali, emozionali e o sentimentali. Il tempo non torna, prima lo focalizziamo meglio riusciremo a stare in ogni adesso. Se proprio mi capita di dilapidarne ancora, il che naturalmente capita, ho imparato a farlo col massimo divertimento possibile unito alla massima stima per me stessa per questa auto istruzione così elementare da apparire perfino… ridicola! 😀

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