Vivienne Westwood grazie ti amo

Vivienne Westwood (nata l’8 aprile 1941 a Tintwistle nel Derbyshire) è nota al mondo per le sue innovazioni stilistiche e anche per la sua appassionata azione a favore della salute del pianeta con la sua Climate Revolution – per me è una leggenda e quasi un mito che amo da sempre.

Le sue proposte che vanno dal classico tartan rivisitato in innumerevoli versioni, ai sontuosi abiti da sposa, dalle calzature con tacchi e forme leggendarie lo stile Westwood per certo non passa inosservato ed è riconoscibile sia per le forme che per l’innovazione delle strutture e la qualità dei materiali.

Oltre alle sue creazioni su cui si potrebbe discutere, amandole o rifiutandole, amo il suo essere da sempre provocatrice e anticipatoria, scatenata ma altrettanto materna, lavoratrice coraggiosa, folle e letteralmente instancabile e, dopo tanti anni, ancora ispirata. Indubbiamente una donna che è ancora oggi più che mai fuori dagli schemi.

 

Vivienne-westwood-biografia

Sto leggendo la sua autobiografia uscita nel 2014, tradotta e disponibile in italiano da dicembre 2015, che come puntualizza è stata pubblicata solo dopo la morte del suo ex Malcom McLaren, padre di suo figlio Joe, per avere la libertà di chiarire pubblicamente molte cose in sospeso del turbolento passato trascorso con lui. E leggendo cosa ne scrive a riguardo, supportata da loro figlio, ha fatto bene.

Una della sue trasgressioni che ritengo più sfacciate – in quest’epoca che se non sei ‘gggiovane’ sei fuori e ancor più nella sua professione che potrebbe sembrare l’emblema dell’effimero – è quella di aver soprasseduto a voler sembrare giovane a ogni costo, una tentazione quella di aggrapparci all’idea del taglia e cuci epidermico che tenta tutte, soprattutto noi donne di mezza età. Perché Vivienne Westwood ha 75 anni e li dimostra proprio tutti, pur essendo gioiosamente sposata dal 1992 con Andreas, un suo ex allievo alle lezioni di moda che teneva a Vienna negli anni ’90, di 25 anni più giovane, stilista e collaboratore geniale quanto lei.

Designer-Dame-Vivienne-Westwood

La Westwood nel suo settore è una prescelta creata da se stessa. Da sempre irriverente e rivoluzionaria, coraggiosa e audace, rappresentativa nel suo essere british quanto anarchica di rottura, ma sempre con una classe tutta sua, con la quale è riuscita a sorvolare e sublimare quella volgarità voluta, fatta di eccessi, provocazioni, di slogan ed eccentricità presente in quasi ogni sua proposta. Come un’araba fenice ha percorso tutti gli scalini della vita, avanti e indietro più volte, vivendo a un certo punto anche in una roulotte con 2 figli piccoli perchè impossibilitata a potersi permettere di meglio.

Imperterrita la Westwood ha sempre coltivato quel suo dono naturale per lo stile e l’evoluzione inventiva, talento emerso senza studiare specificatamente tutto quello che nel tempo ha sviluppato con determinazione, intuizioni e un immenso lavoro pratico sul campo. Tutto questo supportato da una grande passione per l’arte (soprattutto del XVII e XVIII secolo) e per la storia del costume, portando nella realtà la sua capacità di reinserire accessori ormai in disuso, come il corsetto e il faux-cul, rendendo questi e praticamente tutti i suoi modelli un punto di riferimento nel mondo del gusto corrente.

Nello stile (e nell’universo armonico che c’è dietro la ‘moda’) ritengo la Westwood la numero uno per età, la sua e la mia, per l’impronta e per l’evoluzione incredibile della sua carriera, essendo diventata nota come creatrice dello stile punk negli anni ’70 e giungendo con le sue spille da balia giovanili e i suoi abiti sontuosi, teatrali e sartorialmente impeccabili che hanno fatto scuola, al Victoria & Albert Museum, che nel 2004 le ha dedicato una retrospettiva spettacolare, la più grande mai organizzata per uno stilista vivente.

Vivienne Westwood i1974
Vivienne Westwood 1974

 

Nella sua carriera, malgrado la sua eterna ribellione e la costante presa in giro nei confronti dell’establishment, ha ottenuto varie onorificenze: nel 2005 è stata insignita del titolo di Ufficiale dell’Impero Britannico, mentre l’anno successivo diventa Dama di Commenda dell’Impero Britannico. Ed è stata premiata due volte come “stilista britannica dell’anno”.

La seconda artista della moda che amo – a parimerito nell’adesso – è la giovane italo haitiana Stella Jean, che ha portato con il suo innovativo “nuovo” la sorpresa e il colore, mescolando con grazia il classico e l’ancestrale, in una nuova visione di innocenza ed eleganza.

Il loro lavoro può sembrare superfluo in mezzo a tante esigenze gravi e urgenti in un momento storico come questo (e quando mai non ci sono state violente crisi prima di un grande cambiamento?), ma l’abbigliarsi, come l’arte e la bellezza, sono necessarie all’armonia di tutti gli esseri e alla reciprocità della comunicazione e dell’attrazione, perchè l’abito che indossiamo diventa nutrimento e condivisione della nostra creatività e, per estensione, veicolo di continuità della specie.

A ben guardare anche in natura funziona così: l’aspetto sublime dei fiori (insieme al profumo) è un abito perfetto che attrae gli impollinatori più adeguati e anche la livrea degli animali ha suoi precisi perchè specifici, che riportano alla comunicazione.

Sovente, l’eleganza viene confusa con la superficialità, la moda con una certa mancanza di interiorità. Si tratta di un grave errore: l’essere umano ha bisogno di eleganza sia nelle azioni che nella postura, perché questa parola è sinonimo di buon gusto, amabilità, equilibrio e armonia.”
Paulo Coelho

Sia Vivienne Westwood che Stella Jean portano lavoro e benessere in Africa poiché parte della loro produzione è superbamente manufatta in quel continente. Ogni artigiano che lavora per queste due aziende riceve uno stipendio equo e regolare, che di questi tempi non sarebbe poco neanche qui. Attraverso la loro professione sono entrambe impegnate – e focalizzate concretamente – al sostegno etico del pianeta e dei suoi abitanti, di quegli esseri lasciati al loro destino terzo mondista ma contemporaneamente sfruttati dal nostro sistema, struttura sociale che ci induce a non riflettere quando ci aspettiamo di continuare ad acquistare manodopera a prezzi irrisori, sfruttando quasi inconsciamente  fratelli di paesi volutamente sotto sviluppati (e lo scrivo per tutti, anche per me).

8802e573adb3fee0a31534e2c6dbbfc4

Perché Dame Vivienne insegna soprattutto a provocare, e a provocarci, per partecipare attivamente al cambiamento globale, perchè ora è il tempo dell’azione.

A lei e a tutti noi “Grazie per la Bellezza che porti nel mondo”, a lei e noi tutti sempre “Ti Amo, mi Dispiace, Perdonami, Grazie!”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

Inizia a scrivere il termine ricerca qua sopra e premi invio per iniziare la ricerca. Premi ESC per annullare.

Torna in alto